L’ Italia è in blocco, scuole ed università chiuse fino al 15 marzo, chiusi cinema, teatri, rimandati eventi…Insomma, di questo clima di preoccupazione non avrebbe potuto non risentirne anche il calcio.

Decisioni faticose che hanno destato l’ira di club, di tifosi che si son visti chiudere le porte nonostante gli abbonamenti (ci penserà il CODACONS), ha fatto storcere il naso a calciatori e ad ex.

L’ex bianconero Tardelli ha detto la sua alle colonne di Tuttosport.

«Se fossi un giocatore oggi mi arrabbierei come una bestia. Non siamo stati presi in considerazione, nessuno si è ribellato. Anche i calciatori hanno il diritto di dire ciò che pensano. I calciatori non sono solo quelli delle grandi squadre e dei grandi stipendi. C’è un’elite che guadagna tantissimo e una base che lo fa in maniera normale. E poi qua stiamo parlando della salute. Nessuno ha chiesto a loro: “Avete paura?”».

CONTAGIO

 «Il calcio è uno sport di contatto, ci si può contagiare. Poi certo sono atleti controllati e non appartengono alle categorie a rischio. Non avrei optato per lo stop del campionato, che se ai calciatori fosse stato chiesto, alla fine avrebbero deciso di giocare».

PORTE CHIUSE

 «Mi sembra ragionevole. Io che credo che ala fine la crisi economica possa creare più danni del coronavirus. Però credo sia giusto seguire le regole».

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